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Babbo Natale è già passato ma le feste durano fino all’arrivo della Befana!

Un anno sta finendo e decaloghi, liste e regole ne abbiamo avuti fin troppi.

L’idea non è quindi quella di aumentare il carico dei “compiti per casa”, ma lasciare qualche spunto per eventuali bilanci famigliari davanti al panettone, serate luppolate con gli amici o semplicemente per placare le liti con i propri pantaloni!

Tra i vari consigli per un Natale all’insegna della sostenibilità il cibo sembra, ancora una volta, un elemento ricorrente e chiave, a dimostrazione che il cibo è davvero centrale nella nostra quotidianità e ha un impatto immediato, su di noi e sulla nostra casa (il pianeta).

Ecco dove il cibo può venire in nostro aiuto:

La natura può essere usata anche per decorare la tavola con composizioni di frutta o segnaposti originali; la frutta di stagione (arance, mandarini, melagrane, castagne) è davvero coreografica. Le decorazioni naturali sono una soluzione a basso costo sia per l’abitazione che per l’albero: biscotti o altri dolci colorati, bacche e pigne da raccogliere al parco, fette di agrumi essiccate, pasta di sale, fili di popcorn. Inoltre bastoncini di spezie e frutta secca sono ideali per un pacco regalo alternativo. Si tratta di ornamenti 100% “bio” e facilmente compostabili nella raccolta organica, riducendo anche il problema dei rifiuti domestici. Il Natale spesso comporta la produzione di rifiuti superiore alla media, dove la confezione rappresenta una percentuale elevata (circa il 60%).

L’esempio continua in tavola, non solo tramite l’utilizzo di stoviglie “vere”, da preferire rispetto a quelle in plastica usa e getta (un’alternativa valida potrebbero essere piatti e bicchieri di bioplastica, smaltibili insieme all’umido), ma attraverso un menù leggero anche per il Pianeta, come promuove il WWF, privilegiando elementi vegetali. In particolare, quest’ultimo ci ricorda che, a parità di apporto calorico, la produzione di carne bovina, rispetto a uova, prodotti caseari e altre carni,  richiede 28 volte più terra, 11 volte più acqua e 6 volte più fertilizzanti, liberando 5 volte più gas serra. E’ importante scegliere carni che provengano da allevamenti sostenibili (pascolo, all’aperto, foraggio naturale, no antibiotici) dove vengano rispettati “anche” i bisogni dell’animale stesso.

Se il menù è base di prodotti del mare, si dovrebbe fare altrettanta attenzione alla provenienza, cercando di evitare le specie a rischio, come l’anguilla, le aragoste e il caviale. Cerchiamo sempre e comunque di variare il consumo, acquistando pesce azzurro e locale, preferendo le specie che riportano il marchio di certificazione MSC (Marine Stewardship Council) e ASC (Aquaculture Stewardship Council), rispettivamente per il pesce pescato e allevato secondo criteri di sostenibilità.

Non occorre soppiantare le tradizioni, ma cercare di scegliere alimenti locali e di stagione, limitando al massimo quindi la frutta esotica (ananas, datteri, avocado, mango, frutto della passione, fichi secchi, anacardi, papaya, litchi, dragon fruit , ecc.) al cui trasporto sono associate emissioni di CO2 elevate.  Inoltre acquistare prodotti fuori stagione e al di fuori del nostro territorio costa molto di più.

Come ci insegna ADOC (Associazione Difesa Orientamento Consumatori) anche a tavola si può adottare l’economia circolare: rispettando le regole del riciclo, la stagionalità degli alimenti, la provenienza locale degli ingredienti e la coltivazione biologica (sembra che ogni ettaro coltivato col metodo biologico assorba 1,5 tonnellate di CO2 all’anno).

Per limitare la spesa e prevenire lo spreco di cibo bisogna dunque preparare una lista della spesa il più possibile dettagliata, prendendo in considerazione le quantità di cui avremo effettivamente bisogno, cercando di scegliere anche parti meno nobili e di sfruttare gli alimenti nella loro interezza e verificando quello già a nostra disposizione, rispolverando anche le date di scadenza. Una spesa consapevole dà priorità alla qualità rispetto alla quantità; meglio una tavola meno imbandita ma più saporita. Servire porzioni contenute, con possibilità di bis, è un’altra utile accortezza. Se i calcoli poi non dovessero rivelarsi così perfetti, scoprirete che non sarete gli unici in questa situazione e che un raduno di avanzi sarà la soluzione ottimale per trascorrere una piacevole momento in compagnia di amici senza che nessuno si sacrifichi ai fornelli. Altrimenti c’è sempre la possibilità di donare, anche una parte dei pasti cotti, attraverso iniziative di recupero e ridistribuzione di prodotti alimentari in cooperazione con strutture non-profit o servizi sociali.

Lisa Casali suggerisce inoltre di “FARE REGALI CON IL CUORE” dedicando il tempo a disposizione per darvi un significato speciale, riciclando o recuperando materiali già a nostra disposizione con creatività. Se non si è abbastanza bravi con il fai-da-te, si può sempre optare per prodotti del commercio equo e solidale o doni che sostengono una causa umanitaria. Non c’è invece bisogno di preoccuparsi dell’incarto se si regala un’esperienza, che permetta di investire sul piacere e sulla nostra salute (un abbonamento in palestra, una cena a base di eccellenze gastronomiche, una sessione di food coaching,…).

Infine, per la calza della Befana si potrebbe optare per prodotti equo e solidali e ingredienti bio, senza per questo dover rinunciare alla golosità!

 

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